Da Abbott a Rucker:dal mondo piatto alla quarta dimensione
E’ il 1870 quando il matematico H. von Helmovitz scrive: << Immaginiamo che esistano esseri dotati di ragione, bidimensionali, viventi, e moventesi sulla superficie di uno dei nostri corpi solidi. Ammettiamo che essi non possano percepire alcunché fuori di questa superficie, ma che possano percepire in modo simile al nostro entro l'ambito della superficie su cui si muovono. Se tali esseri costruissero la loro geometria, attribuirebbero naturalmente al loro spazio due sole dimensioni." Edwin Abbott lo prendeva alla lettera e componeva quello che sarebbe diventato un vero e proprio capolavoro: Flatlandia. Il protagonista è un semplice Quadrato che, guidato da una Sfera, si trova a esplorare il mondo della terza dimensione ed impara a conoscerla comprendendone i limiti, le differenze, le interazioni reciproche tra il mondo bidimensionale e quello a tre dimensioni.Questa sua conoscenza gli costa però la prigione a vita e il marchio di pazzo.
Non è questo che il primo passo nella scalata alle dimensioni. Se le linee sono a una dimensione, le superfici a due e i volumi a tre, quali entità geometriche sono a quattro dimensioni?
Lo stesso Abbott era a conoscenza della loro esistenza, o meglio lo presupponeva, e lo affermava con sicurezza sulla prima pagina della sua celebre opera: << … i Cittadini di quella Regione Celeste possano aspirare sempre più in alto ai segreti delle quattro cinque o addirittura sei Dimensioni…>>
L’invito e l’augurio di Abbott viene raccolto da un altro grande matematico contemporaneo, Rudy Rucker, famoso per i suoi romanzi e racconti di fantascienza e professore di Matematica alla San Josè State University. Il suo romanzo fantascientifico intitolato “La quarta dimensione” è ispirato proprio a Flatlandia, non per nulla è pubblicato nel 1984, in concomitanza con il centenario dell’uscita del libro di Abbott. Nel saggio di Rucker il protagonista è lo stesso Quadrato di Flatlandia alle prese, questa volta, con la quarta dimensione.
La quarta dimensione viene spiegata per analogia: ciò che possiamo ricavare dall’osservazione di un mondo a tre dimensioni da parte di un essere bidimensionale, possiamo presupporlo valido per un essere 3D nei confronti di un mondo a quattro dimensioni.
-Così come un piano divide in due uno spazio fisico, - spiega Rucker- è probabile che lo spazio in cui viviamo divida in due uno spazio 4D… Se ciò fosse vero una creatura quadridimensionale potrebbe scrutare ogni centimetro quadrato del nostro corpo, interno compreso, così come noi vediamo d’un colpo i tre lati di un triangolo e gli angoli interni. In uno spazio 4D si potrebbe anche collegare l’interno di due stanze senza attraversare porte o pareti.-
Per meglio capire questa affermazione si può pensare a un ladro che sarebbe in grado di svuotare una cassaforte senza aprirla, poiché gli oggetti non avrebbero pareti verso la quarta dimensione.
La quarta dimensione viene chiamata dal matematico iperspazio e presenta oltre a alto-basso, destra-sinistra, davanti-dietro, due nuove direzioni: ana e kata; spostandosi attraverso di esse si potrebbero commettere crimini perfetti, una persona potrebbe essere “rovesciata” a specchio, e si potrebbero addirittura spiegare fenomeni sovraumani quali i fantasmi, oltre a quelli paranormali. Nel saggio troviamo, però, ulteriori spunti fantascientifici quali il viaggio iperspaziale, il viaggio FTL e il viaggio nel tempo. L’opera
viene però da molti considerati solo fantascientifica e non “scientifica”, come sottolinea il matematico Martin Gardner: << [questo libro] sarà letto con avidità dagli scrittori e dai lettori di fantascienza.>>